Dopo il modello in plastilina ed il calco in gesso, finalmente Emanuele è arrivato al marmo. Marmo di Carrara. Si perché la sua idea è nata per il marmo e nel marmo vivrà, quello che abbiamo visto fino a questo momento è un esercizio, un percorso, un processo creativo e pratico. Prima di mettere mano alla sua scultura deve dividere in due grandi pezzi il blocco di marmo che gli è stato portato da Carrara.
In questo quarto episodio ho avuto il privilegio di assistere alla “rottura”, di questo grande blocco di marmo. Il nostro scultore per prima cosa ha effettuato dei fori nel mamo e poi con delle zeppe di ferro ha creato la pressione necessaria per spezzarlo.
Il candore del marmo di Carrara è abbagliante, trasmette purezza, una purezza che nelle mani di chi scolpisce diventa purezza da donare all’eternità. Da ora in poi questo candore ci accompagnerà. I colpi del martello di Emanuele sono la musica che ho scelto per questo episodio (si ok c’è anche una musica rock sullo sfondo, ma è secondaria e l’ho inserita perché mi piaceva farla intonare con i colpi di Emanuele).
Sto riflettendo su cosa vuol dire raccontare la genesi di un’opera di questo tipo, il processo creativo, la relazione tra l’autore e la materia prima. Un pezzo di marmo è un pezzo di materia sottratto alla terra che dopo millenni di sedimentazione viene fuori. Un fuori che poi è la ricerca di un dentro, viene fuori per permettere ad un uomo di entrarci dentro a quel pezzo di materia ed andarci a trovare qualcosa.
Lo scultore scova il senso nella materia martellata dopo martellata.
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